lunedì 14 settembre 2020

I TIFOSI DELLA FERRARI HANNO RAGIONE, MA...


Credit Formula Passion
Anche la Formula Uno, come il calcio, sembra essersi rassegnata alla logica del “meritiamo di più”.
Credit Formula Passion
Nel suo “Caffè” del 14 settembre, commento audio per la testata “Formula Passion”, Pino Allievi torna a tirare in ballo la pazienza dei tifosi (minuto 0’25”), quasi fossero degli azionisti della Ferrari (o della EXOR). Abbastanza ironico sul doppio intervento in 18 ore del presidente John Elkann, Allievi non fa altro che ripetere il mantra di questo ultimo periodo, ovvero l’insofferenza del tifoso Ferrari per questa annata balorda.

Premesso che l’appassionato merita rispetto, concepire la Formula Uno solo come uno sport, alla stregua del calcio (o del Basket, del Ciclismo, del Badminton o del Cricket in altre parti del mondo), significa sminuirne il contesto. La Formula Uno è sempre stata una propaggine dell’industria automobilistica, figlia della tecnologia, della finanza, della politica e dello stesso mercato automobilistico. E di tutti i momenti che esso attraversa, crisi comprese. 
Credit Formula Passion

I tempi eroici della Hesketh o della Shadow sono finiti 40 anni fa. Comprendo che c’è poco di romantico in questo scenario, ma bisognerebbe convincere gli amministratori delegati che autorizzano investimenti di centinaia di milioni di euro a rivedere questa visione.

La crisi Ferrari nasce dal patto segreto con la FIA, il cui contenuto è sconosciuto a tutti tranne che ai firmatari. La scuderia di Maranello deve aver combinato qualcosa di davvero grosso se la Federazione ha non solo bloccato il motore del 2019, ma ha di fatto obbligato la Ferrari a rimanere tranquilla nell'angolino a farsi sverniciare (si dice così oggi?) da monoposto alle quali dava un paio di secondi di distacco fino allo scorso anno. 

Credit Sky Sport

Le parole di John Elkann circa la consapevolezza, sin da inizio stagione, che la Ferrari fosse una squadra tra il quarto e il sesto posto dicono tantissimo, pur senza svelare il contenuto dell’accordo. Il fatto che poi le altre scuderie abbiano introdotto aggiornamenti alle proprie vetture, mentre la Ferrari sia rimasta praticamente ferma, è un secondo indizio fondamentale.

Credit Formula Passion

La FIA ha subito pressioni enormi da parte di alcuni team, in particolare dalla Red Bull, per rendere pubblico l’accordo con la Ferrari, con conseguente squalifica e perdita di tutti i punti conquistati nella classifica costruttori 2019. L’obiettivo era spartirsi il tesoretto di svariati milioni toccato invece a Maranello, anche grazie al secondo posto in classifica. Milioni che sarebbero invece svaniti nel nulla in caso di irregolarità pubblicamente acclarate.

Una perdita forse insostenibile per la Ferrari, anche come ritorno di immagine sulla casa di Maranello e sul suo maggior azionista. Passare pubblicamente come un team poco rispettoso delle regole avrebbe causato una reazione a catena inimmaginabile sul mercato delle autovetture, ma soprattutto sui mercati azionari. 

Credit Autosprint

Probabilmente rassegnarsi ad una stagione forzatamente nelle retrovie imposta dalla federazione, in cambio del silenzio sull’affaire motori 2019, del rinnovo del “Patto della Concordia” alle migliori condizioni possibili e, di conseguenza, ai tanti milioni necessari all'industria Ferrari, è stata l’unica scelta possibile.

I tifosi, e coloro che li tirano in ballo di continuo, se ne facciano una ragione. 


Roberto Liberale


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