mercoledì 11 agosto 2021

TORTU PIÙ VELOCE DI BOLT? NON PROPRIO, ANCHE SE È STATO UGUALMENTE GRANDIOSO

Subito dopo la vittoria italiana della staffetta 4 x 100 ha iniziato a girare sui giornali online e sui social una tabellina con i tempi parziali dei quattro frazionisti. Eccola:

È stata condivisa a manetta, come si usa dire. Ma, a parte la confusione generata dal totale delle 4 frazioni (480 metri anziché 400, senza specificare che 80 metri divisi tra le quattro frazioni sono corsi in contemporanea dai due atleti di turno durante il passaggio del testimone), è il tempo di 8"86 segnato da Tortu che ha fatto gridare al miracolo, anche perché la tabellina descrive un percorso di 110 metri, facendo quasi intendere un tempo da extraterrestre

Cerchiamo di capire quindi la dinamica dell’ultimo cambio nella staffetta 4 x 100 medaglia d’oro olimpica.

  1. Nella prima foto l’attimo esatto in cui Tortu si muove. Filippo è sulla linea dei -110 metri. Il primo movimento di Tortu avviene a circa 25"8 dallo start.

  2. Desalu aveva, come da immagine no.1, già percorso 95 metri (10 di lanciato prima di ricevere il testimone da Jacobs, più finora 85 della sua frazione). Finirà per correrne in tutto 130, poiché, come vedete nella foto successiva, continua per inerzia incitando Tortu fino ai suoi meno 80 dalla linea del traguardo.

  3. Facciamo un passo indietro e vediamo Tortu che era passato sulla linea dei -100 con il cronometro a poco più di 28”5. I primi 10 metri li ha percorsi in 2”7, media 13,33 km/h.

  4. Dopo altri 10 metri (linea gialla di fine zona cambio) segna 29”5 circa, dieci metri in un secondo netto, media nel tratto di 10 metri uguale a 36 km/h, indicando già la piena velocità raggiunta tra i -100 e i -90. Informazione fondamentale per capire le velocità di punta raggiunte nella quarta frazione.

  5. Se avesse mantenuto i 36 km/h avrebbe quindi chiuso in 38”5 circa (28"5 del passaggio a -100 più altri 10 secondi netti), invece chiude in 37”4 (definitivo 37"50), con il famoso parziale di 8"9 (37"4 meno 28"5), con una media sui 100 metri di circa 40,45 km/h.  Gli ultimi 90 metri li ha percorsi in 7”9 (linea gialla passata a 29”5), a 41 km/h di media. Quindi possiamo affermare quasi con certezza che le velocità di punta sono state intorno ai 43 km/h.

Piccolo esercizio aritmetico; partendo da fermo quanto tempo avrebbe impiegato Tortu per percorrere i 100 metri?

Bene: ai -110 parte a 25”8, chiude con 37”4, quindi in 11”6. Media 9,482 metri al secondo. Tempo proiettato sui 100 metri = 10”54. Delusi? No, perché la sua non era una vera partenza sui blocchi, quindi ha buttato via mezzo secondo circa.

Comunque era un Tortu da 10 netti o giù di lì.

Questi sono i calcoli più o meno tecnici e reali, che piaccia o no. Il tempo di 8"86 è frutto di una splendida performance atletica e tecnica, ma anche di un lancio che gli ha consentito di ricevere il testimone mentre era già sui 36 km/h, di aver percorso 90 metri alla massima velocità, sul dritto e senza dover minimamente rallentare in quanto il testimone era tutto suo e non doveva più passarlo a nessuno.

Se ci si aspetta che Filippo ripeta tempi simili sui 100 metri piani si fa il male del ragazzo, nel frattempo si fa disinformazione e si finisce per credere cose quasi lunari

Senza nulla togliere a Tortu, che ha corso i 100 metri (+10) più belli della sua vita.

Grazie Filippo, e grazie a Lorenzo, Marcello e Fausto.

martedì 18 maggio 2021

NEI PANNI DI CALVARESE. IN MEMORIA DI FOURNEAU...

 

E bravi i nostri leoni da tastiera, adesso siete tutti coalizzati contro il povero Calvarese. Nessuno che sia disposto a mettersi nei panni dell’arbitro. Provate voi ad arbitrare la squadra più titolata della Serie A, emanazione della famiglia più potente nel paese e della principale azienda nazionale, con alle spalle organi di informazione, e con milioni di tifosi al suo seguito.

È vero, “Calva” ha fatto disastri sabato scorso, forse era confuso, poi arbitrare le grandi squadre in partite importanti non è semplice, ci sono troppe pressioni intorno. Non si può finire sempre per pensare ad un piano preordinato per favorire questa o quella squadra.

Immaginate solo per un attimo, in una sorta di “sliding door”, che Calvarese non avesse fischiato il rigore a Cuadrado. Oppure che il VAR gli avesse fatto cambiare idea. Cosa sarebbe successo? Bufera mediatica, giornali che titolano “Calvarese killer della Juventus”, oppure “Un pessimo arbitraggio elimina la Juve dalla corsa Champions”. Decisione difficilissima, qualsiasi cosa fai sbagli.

Avrebbero messo insieme quell’episodio con l’espulsione di Betancur ed il gol convalidato all’Inter all’83’, senza forse neanche analizzare i singoli avvenimenti. Si sarebbe scritto e parlato di atteggiamento irritante e prevenuto del direttore di gara contro i bianconeri. Persino gli ex calciatori juventini che hanno criticato Calvarese avrebbero parlato di errori decisivi contro i bianconeri.

Non ci credete? Allora dico solo un nome: Francesco Fourneau. Per chi non lo ricorda, si tratta dell’arbitro di una Crotone-Juventus giocata il 17 ottobre scorso. Stabilì praticamente un record per il nostro calcio, fischiando un rigore a favore del Crotone, espellendo Federico Chiesa, ed annullando un gol a Morata. Risultato finale 1-1. In pochi parlarono di una Juventus solo lontana parente di quella vincente e dominatrice delle ultime nove stagioni. Si parlò invece molto di Fourneau, vista la situazione totalmente inedita per il calcio italiano degli ultimi anni.

Da un lato fu accusato di essere il tifoso anti-juventino per eccellenza, dall’altro fu definito un eroe, con tanto di ironia sul suo futuro. Il Napolista, più seriamente, scrisse “Sarà interessante seguire la carriera dell’arbitro Fourneau”.

Si tratta (o forse si trattava) di uno degli arbitri più promettenti tra le nuove leve. Ma dopo di allora ha arbitrato appena 8 partite in Serie A (ben 20 tra i suoi colleghi hanno arbitrato più partite di lui in Serie A in questa stagione). Tra le “grandi”, dopo Crotone-Juventus, ha arbitrato solo una volta il Milan (contro il Parma). Nessuna partita di cartello e annata ai margini. Perché si sa, è arbitrando le grandi che si fa carriera.

Al di là dell'episodio citato, purtroppo si tratta di un annata particolarmente sfortunata per Fourneau. Anche se non c'è alcuna relazione con la sua stagione da comprimario, l'arbitro romano si è trovato coinvolto in una vicenda ancora tutta da chiarire e che potrebbe avere conseguenze sulla sua carriera. Infatti, il suo nome è anche apparso in alcuni messaggi WhatsApp nell’ambito dell’inchiesta relativa allo scandalo delle valutazioni arbitrali truccate. Non conosciamo lo sviluppo delle indagini, ma chissà se la frase de “Il Napolista” non sia stata inconsapevolmente profetica. E non si sa se per cause non direttamente imputabili a lui, ma che comunque (se provate e confermate) restano gravi, ciò dovesse sfociare nella precocissima fine della carriera del giovane arbitro. 

Vista la "malasorte" che è toccata a Fourneau dopo il primo (ed ultimo) arbitraggio sfavorevole alla Juventus, come minimo per scaramanzia, siete ancora certi che nei panni di Calvarese non vi sareste comportati come lui

Roberto Liberale

venerdì 12 febbraio 2021

"PROVATE PURE A FERMARCI, NOI SIAMO IL NAPOLI".

"Non provate a fermarci, noi siamo il Napoli".

Uno degli slogan più stupidi mai sentiti.

Emblema di una grandeur percepita, ma non suffragata dalla storia. 

Perché tra l'altro quando hanno provato a fermarci lo hanno fatto. E lo fanno ancora, eccome se lo fanno.

Dallo Juventus allo Spezia, dall'Atalanta al Torino. A momenti ci riusciva pure l'Empoli.

Questo oggi, ma anche nel passato più felice.

E meno male che in questi ultimi anni Il Napoli ha sfatato tanti tabù. Perché prima dell'era De Laurentiis c'erano almeno una quindicina di campi sui quali il Napoli non aveva mai vinto. Tutti tabù sfatati negli anni di Mazzarri, Benitez, Sarri e Ancelotti.

Vorrei ricordare altresì a tutti i tifosi napoletani che non hanno memoria storica, che il Napoli non ha mai vinto a Perugia negli anni in cui ci ha giocato, e che negli anni di Maradona, per esempio, non si è mai vinto a Cremona, Empoli e Lecce, e che giocare in trasferta era spesso sinonimo di sofferenza. La prima vittoria ad Empoli, per esempio, è stata ottenuta pochi anni fa.

Questo ci fa capire come in questi ultimi anni, pur in assenza di un titolo estremamente significativo, abbiamo vissuto un'età dell'oro senza esserne consapevoli.

Ecco perché quello che sta accadendo in quest'ultimo periodo, al di là della posizione in classifica che alimenta ancora speranze di obiettivi raggiungibili, ci fa ripiombare in quegli anni in cui a Napoli si celebrava l'ennesimo campionato di assestamento, magari con una qualificazione alla Coppa UEFA che era vissuta quasi come un mezzo scudetto. Competizione dalla quale poi si usciva rapidamente l'anno successivo, perché poi il campionato era più importante. E quando un pareggio in trasferta veniva salutato con grande soddisfazione.

Purtroppo ultimamente la sconfitta sta diventando una triste normalità. 

E questa è una tabella con tanto di grafico delle sconfitte patite da Napoli nell'epoca De Laurentiis. Noterete la crescita delle sconfitte in questi ultimi due anni. Quindi chi vuole fermare il Napoli recentemente ci è riuscito benissimo. E al di là del fatto che il calcio moderno ci ha convinto che anche il pareggio è una mezza sconfitta, perdere deprime sia i tifosi che gli stessi giocatori.

RL