domenica 4 ottobre 2015

QUANTO CONTANO GLI ALLENATORI? Ennesima puntata...

Non sono un grande appassionato di allenatori.
A mio avviso essi contano, nella migliore delle ipotesi, il 20% rispetto al risultato finale. Quando le cose vanno bene.
Possono valere invece più del 50% quando con caparbietà guastano quello che di buono sanno fare i giocatori.
Vorrei scattare un'istantanea sul momento attuale di alcuni di loro.

Mourinho: insistendo nel chiedere sempre nuovi giocatori ha demotivato i vecchi. Che lo hanno mollato. Il presidente non gli compra più tutte le figurine che chiede ed è sempre più solo. Voto 2



Mancini: vuole seguire la scia del portoghese chiedendo giocatori a raffica e magari facendoli cedere in svendita pochi mesi dopo... E' confusionario e presuntuoso. Non ci si faccia illudere dai 15 punti in sette partite, non vincerà lo scudetto. E' mediaticamente protetto e rispettato, sin dal primo giorno di professione. Credo vanti amicizie nell'ambiente che lo hanno tenuto (finora) al riparo. 
Voto 5


Il serbo: molto considerato, quasi quanto il Mancio, ma è ancor più confusionario. Vanta palmares da brividi. I suoi modi portano forse risultati in alcuni ambienti e per poco tempo. Contento (da napoletano) di averlo scansato. Mediaticamente protetto e rispettato dai suoi antichi compagni di merende che ora commentano  le partite in TV. 
Alla prima amichevole già tutti a dire "si vede la mano dell'allenatore", soprattutto dopo ogni risultato positivo. Ora invece è colpa della squadra. 
Voto 4 (a Sinisa), Voto 2 (a chi da due anni lo sta esaltando)


Allegri: un allenatore che nella sua storia è sempre partito pianissimo, il perché non si sa. L'anno scorso la sua squadra correva sin dall’inizio, ma era una gradita eredità. 
Lui però seppe aggiungere e non togliere. 
Fa parte della schiera di coloro che intelligentemente non fanno le rivoluzioni in nome di un credo calcistico e poi magari finiscono per rompere il giocattolo. Quest'anno la squadra è tutta sua e quindi ha ripreso a partire piano. Però è maledettamente sfortunato con gli infortuni. O ha delle responsabilità o è proprio sfigato. 
La società non lo sta totalmente supportando, più per distrazione che per cattiveria. Ma il livornese non è juventino nel DNA, quindi deve stare attento, a Torino preferiscono quelli che hanno il sangue bianconero. 
La sua squadra ha avuto una metamorfosi europea straordinaria, non se la fa più addosso al di là dei confini. Si riprenderà in Italia e credo tornerà ad essere la candidata numero uno per lo scudetto. 
Voto 6- (di stima)


Garcia: ingiudicabile, direi incomprensibile. Dal calcio italiano ha imparato a parlare troppo. Ha dato materiale a radio, giornali e TV, ma ciò non gli è bastato per acquisire l'indulgenza plenaria dei media. Lo vedo spesso in confusione. Però in squadra ha calciatori forti. Se si limitasse a fare cose semplici, e a stare un po’ più zitto, i risultati gli arriderebbero maggiormente. L'ambiente è il grande handicap ma Garcia ci mette molto di suo per sconcertare i tifosi della Roma. 
Voto 5


Paulo Sousa: persona apparentemente equilibrata. Sembra sapere ciò che vuole. Intelligentissimo nel non buttare via il lavoro di chi lo ha preceduto, lavoro che aveva fruttato dei quarti posti che solo per poco non sono stati migliorati. 
Ci ha messo sicuramente tanto del suo nel dare stabilità e solidità a tutto l'impianto di gioco. 
Voto 7


Sarri: quando ha iniziato il suo lavoro a Napoli godeva di favori mediatici inattesi. Quindi ha ben pensato che poteva fare tranquillamente il rivoluzionario riempiendo la testa dei calciatori di nuove idee e nuovi schemi. Quando ha capito (dai risultati) che forse non valeva la pena buttare via il bambino con l'acqua sporca (ovvero mandare in confusione un attacco atomico) è tornato a Canossa (può darsi che alcuni calciatori glielo abbiano fatto capire?), restituendo brio al miglior reparto offensivo italiano. 
Ha capito in tempo, ed anche lui come Allegri e Paulo Sousa ha avuto la furbizia di sfruttare l’esperienza del lavoro di chi l'aveva preceduto. Si è giustamente concentrato sul problema reale, cioè la protezione della difesa. Il presidente gli ha rinforzato la squadra, checché ne dicano i tifosi partenopei ed ecco che l'alchimia inizia a funzionare. Aspettando le partite con le piccole squadre, autentico tallone d'Achille del Napoli degli ultimi sette anni. 
Voto 7,5 (oggi)


Una chiosa finale sul meraviglioso e competente pubblico che “è esigente e merita di più".
Per una sorta di nemesi, oggi in evidenza (e ai primissimi posti) ci sono le squadre di tre presidenti contestatissimi.

 
I Della Valle, Lotito e Aurelio De Laurentiis sono spesso attaccati dalla stampa delle loro città, dai media locali e dai tifosi, questi ultimi forse fomentati proprio dai primi due soggetti, e qualcuno dei tre persino da insospettabili amministratori cittadini...

Molti di noi già credevano da tempo che le tre società in questione stessero facendo un buon lavoro. Solo che tanti altri pensano che sono solo i milioni spesi (o buttati via) a far vincere qualcosa.




Vedremo a fine torneo chi andrà in Champions League. Magari proprio un paio fra queste tre società contestate…

Roberto Liberale