Zoff solleva la Coppa del mondo al Santiago Bernabeu |
Trentatrè anni fa, più o meno a
quest’ora, minuto più minuto meno, la Nazionale Italiana di calcio conquistava
il suo terzo titolo mondiale. Quell’11 luglio 1982 è una di quelle date di cui
ogni italiano ricorda perfettamente ogni dettaglio, cosa faceva, dove si
trovava e con chi.
Per la cronaca io ero sul divano
di casa con il mio papà, noi due soli prima della gara, come durante le ultime tre
partite.
Invece no. Due minuti prima del
fischio d’inizio si sentì bussare alla porta. Era il nostro vicino di casa, tra
l’altro totalmente a digiuno di calcio, che aveva deciso (portandosi dietro il
suo bimbo di due anni) di guardare, proprio a casa nostra, questa famosa partita
di cui aveva sentito parlare per strada.
Un brivido gelido mi attraversò
la schiena. L’incantesimo rischiò di essere interrotto.
Al rigore sbagliato di Cabrini
ebbi la sicurezza assoluta. La colpa era di Don Salvatore e figlio.
Volevo molto bene ad entrambi,
ma non potevamo buttare un mondiale per colpa loro.
Però si vede che era una serata che
doveva finire bene. Infatti, quasi alla fine del primo tempo il piccolino
cominciò a piangere. Sperai che non si fermasse e così fu.
“Sig. Liberale, me ne devo
andare per forza, Quello non smette di piangere e magari la mamma lo riesce a calmare”.
“Non vi preoccupate Sig. Salvatore
– mi permisi di rispondere io – fate con comodo…”.
Comunque non volevo usare queste
pagine per raccontare i miei ricordi, l’ho fatto solo perché sono certo che
tutti quelli che hanno almeno quaranta anni si ricorderanno bene quella serata.
La serata in cui una squadra, che
scoprimmo giorno dopo giorno essere fortissima, arrivò al titolo mondiale dopo
polemiche e silenzi stampa.
Quella serata fu però l’apice di un
percorso iniziato anni prima.
Andando all’indietro nel tempo
ho fissato il momento in cui furono gettati i semi di quella vittoria in una
data precisa: 28 maggio 1976. A questo punto vi lascio leggere la storia di
quella serata.
Il manifesto ufficiale del torneo |
Era venerdì 28 maggio 1976.
L’Italia si era presentata al Torneo del Bicentenario degli Stati
Uniti d’America dopo un biennio fatto di pochissime vittorie (di cui nessuna realmente
di prestigio), subito dopo l’uscita dagli Europei 1976 nella fase eliminatoria, e a due
anni dal disastro sportivo dei mondiali 1974.
In panchina Bernardini e Bearzot ancora condividevano la guida
tecnica, anche se Bearzot cominciava a prevalere nelle decisioni.
Dopo una facile vittoria con una rappresentativa USA fatta anche di
ex-grandi calciatori da poco trasferitisi in America nel tentativo di esportare
il calcio, alla nostra nazionale toccò l’Inghilterra, tradizionalmente ostica
per i nostri colori viste le due sole vittorie in dieci partite, tra cui la storica
conquista di Wembley il 14 novembre 1973.
Erano le 20.45 ora USA. Era appena terminato il primo tempo.
La leggenda racconta che negli spogliatoi dello Yankee Stadium di New
York, adattato dal baseball al calcio per l’occasione, Bearzot avesse chiesto
ai suoi ragazzi se se la sentissero di continuare a correre ed attaccare gli
inglesi come avevano fatto per tutto il primo tempo o se fosse meglio stare un
po’ più attenti, pensare a difendere il risultato e portare a casa il 2-0 senza
correre troppi rischi.
La formazione iniziale della partita |
Si, perché la Storia racconta che l’Italia stava strapazzando
l’Inghilterra come mai era accaduto prima. Due a zero all’intervallo grazie a due gol nei primi 19
minuti e soprattutto a un gioco fresco e brillante fatto di pressing e velocità
che aveva sorpreso e tramortito i “leoni”.
Gli inglesi presenti in tribuna non ci capivano più nulla. Ma come?
L’Italia squadra catenacciara che non fa vedere palla ai maestri?
Il secondo gol di Graziani |
Torniamo alla domanda di Bearzot. La leggenda racconta che il “gruppo”
rispose: “no mister, ci stiamo divertendo e continueremo così”.
La Storia racconta che quel giorno l’Italia non vinse la partita, anzi
la perse 3-2. La rimonta inglese maturò in pochi minuti appena all’inizio della
ripresa, complici distrazioni ed errori della nostra difesa.
La leggenda racconta che l’Italia voleva stravincere, ma a quanto pare
il testosterone ci mise lo zampino. Le parole di Paolino Pulici riprese da
Italo Cucci sul Guerin Sportivo circa l’atmosfera al rientro in campo dopo
l’intervallo furono le seguenti:
Paolo Pulici |
“La sfilata delle majorettes è andata per le lunghe, l’intervallo è
durato circa venticinque minuti e noi eravamo già pronti a riprendere il gioco
mentre quell’esercito di belle ragazze era ancora in campo. Sentivo uno che
diceva: “guarda che belle gambe quella lì” e un altro: “guarda che bel
sedere!”. Insomma, quando l’arbitro ha fischiato l’inizio della ripresa, c’era
ancora chi “marcava” le americanine in minigonna e non l’avversario e quando
hanno aperto gli occhi, Zoff era stato battuto già due volte».
Quindi non fu solo l’imprudenza di produrre un gioco che nulla aveva a
che fare con la tradizione del catenaccio e contropiede a mettere lo sgambetto
all’Italia. La mancanza di concentrazione e forse la leggerezza di una partita
che in fondo valeva poco fecero il resto.
Però la Storia racconta che l’Italia, dopo anni di calcio timoroso ed
attendista, quella sera giocò davvero per la prima volta in maniera brillante e
propositiva.
La risposta dello spogliatoio, benché non verificabile se non
attraverso le testimonianze di chi in quello spogliatoio c’era, rappresentò
probabilmente la voglia di scrollarsi di dosso anni di paura degli avversari
fatti di partite sofferte ed in trincea a difendere il risultato.
Probabilmente la Storia e la leggenda racconterebbero insieme che quella
sera (in Italia era notte fonda…) nacque lo spirito di quella nazionale che in
4 anni vinse un campionato del mondo, ed arrivò quarta in un mondiale ed un
europeo.
E la prima delle tante grandi squadre che nei 4 anni successivi subirono
delle storiche sconfitte da parte di quella nazionale italiana fu proprio
l’Inghilterra, eliminata dagli azzurri dal mondiale del 1978 e sconfitta agli
Europei del 1980.
Poi vennero Brasile, Argentina, Germania, ecc., ma anche questo è
scritto nei libri di storia…
Le immagini dei gol di quella serata
INGHILTERRA – ITALIA 3-2
RETI: 15′ e 18′ Graziani (IT), 46′ Channon, 48′ Thompson, 53′ Channon
(ING)
INGHILTERRA: Rimmer (dal
46′ Corrigan), Clement, Neal (dal 46′ Mills), Towers, Thompson, Doyle, Wilkins,
Channon, Royle, Brooking, Hill.
A disposizione: Cherry, Kennedy, Taylor.
C.T.: D. Revie.
ITALIA: Zoff, Roggi (dal 57′ Maldera), Rocca, Benetti (dal 57′
Zaccarelli), Bellugi, Facchetti, Causio (dal 57′ C. Sala), Capello, Graziani,
Antognoni, P. Pulici
A disposizione: Castellini (Torino), Bettega (Juventus).
C.T.: F. Bernardini;
all.: E. Bearzot.
ARBITRO: Weyland (Germania Ovest).
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