IL TABELLONE SBILANCIATO
La prima fase degli Europei di calcio 2016 si è chiusa con un grande
protagonista: il tabellone.
Normalmente il tabellone è un anonimo comprimario, soprattutto negli
sport in cui è inviolabile tipo il tennis. Proprio in questo sport il tabellone
è accettato senza alcuna discussione.
Tanto che se a Wimbledon 2016 si presentassero ad esempio Bjorn Borg e
Pete Sampras, nonostante i 12 tornei vinti in due in passato, godrebbero si di una
“Wild Card”, ma non sarebbero sicuramente tra le teste di serie.
Ciò per spiegare che in un torneo sportivo non deve contare solo ciò
che è si è fatto nel passato, anche se questo passato è scritto nei libri di
storia, ma l’effettivo livello di chi partecipa al momento della composizione
del tabellone.
Ecco perché anche nel calcio è stato introdotto il concetto di testa
di serie basato non più sulla storia passata, ma sul famigerato ranking, che meritocraticamente
compone la graduatoria in funzione dei risultati recenti, evitando che le
squadre migliori si affrontino tra loro all’inizio.
Il ranking non è mai stato ben digerito dal calcio italiano, in generale non si
accetta fino in fondo che, nonostante la sua storia, fatta di quattro titoli Mondiali ed uno Europeo, la nostra
nazionale si debba mettere in fila con le altre conteggiando solo i risultati
più recenti.
Questo è ciò che avviene in tutti gli sport, per esempio nel ranking mondiale della
pallavolo maschile nazionali come Serbia, Cuba e Giappone occupano posti oltre
il decimo nonostante che in passato siano stati movimenti
pallavolistici di riferimento e con una storia fatta anche di vittorie importanti.
Di contro c’è da dire che quando la nazionale italiana di calcio ha
ottenuto risultati di rilievo, il ranking ha premiato il trend positivo con
posizioni di vertice, quindi il ranking non è altro che il prodotto reale della
meritocrazia dei risultati.
Infatti, tra il 1993 ed il 1995 l’Italia di Arrigo Sacchi ha navigato
tra il 2° e il 4° posto, poi ha perso posizioni, tranne poi recuperarne
tantissime nel 2000, chiuso al 4° posto. Ma non successe perché ci chiamavamo Italia e
avevamo una storia, bensì per il 2° posto agli europei. Idem tra 2000 e 2006,
anni in cui la classifica ci vide in retroguardia fino al titolo mondiale, che
inaugurò una serie di annate nelle quali non scendemmo mai oltre il 4° posto.
Poi il declino del 2010 non fu causato da quei cattivoni della FIFA,
ma dal disastroso mondiale sudafricano, anticipato tra l’altro da una serie di
risultati negativi che iniziarono nella Confederations Cup del 2009.
La ripresa del 2012 arrivò naturalmente grazie alla finale europea, ma
il 4° posto al mondo non fu poi mantenuto a lungo per colpa dei risultati ottenuti
sul campo negli anni successivi.
La sesta posizione tra le partecipanti al campionato europeo, al momento del sorteggio di Parigi del 12 dicembre 2015, non fu opera di complottisti che tramavano alle spalle di noi poveri italiani, ma dei risultati di una nazionale che tra il 2009 e il 2015 è stata capace di perdere contro Costarica, USA, Slovacchia, Egitto, e pareggiare con Lussemburgo, Armenia e Nuova Zelanda in partite ufficiali o amichevoli.
Si è trattato di tutte prime volte per queste nazionali, che mai fino a quel momento avevano fatto risultato contro l’Italia, prime volte tutte concentrate in questi ultimi anni.
Questi erano i fatti al momento del sorteggio, e lo stesso discorso è
valso per tutte le nazionali partecipanti a Euro 2016 prima che i nomi fossero
immessi nelle urne.
Al momento della definizione dei gironi, tutte le nazionali hanno però dovuto scalare di una posizione (non solo l’Italia) per consentire al paese ospitante, la Francia, di essere tra le teste di serie. Tradizione di cortesia sempre esistita in ogni manifestazione calcistica internazionale.
A tale scopo ricordo il ranking UEFA al momento del sorteggio (fonte UEFA del 14-10-2015)
Naturalmente l’assenza ad Euro 2016 di alcune nazionali, in primis
l’Olanda, ha consentito ad altre partecipanti di scalare il tabellone verso l'alto.
Le squadre sono state poi sistemate nelle urne nell’ordine di
classifica e sorteggiate come mostrato in basso (fonte: Wikipedia). Tra parentesi il ranking UEFA.
Le terze meglio classificate (quattro) erano destinate prima del
sorteggio ad incontrare le vincenti dei gruppi da A a D già prima dell’abbinamento
gruppi/squadre. Poi (a parte il gruppo A nel quale era stata inserita la
Francia come paese organizzatore) solo il caso ha voluto che ai gruppi da B a D
fossero associate proprio le tre squadre con il ranking migliore. E il caso è
stato davvero democratico in quest’occasione...
A questo punto è doverosa una simulazione. Perché senza di essa non
sarebbe possibile esprimere una valutazione sul tabellone dagli ottavi in poi.
Se i risultati dei gironi avessero rispettato perfettamente il valore in
termini di ranking delle squadre al momento del sorteggio, il tabellone si
sarebbe presentato nella seguente maniera:
Naturalmente le quattro migliori terze sarebbero state le 4 squadre
con il ranking migliore in fascia tre. La sequenza delle terze ed i relativi
accoppiamenti con le prime classificate è quindi legato alla sequenza ACDE.
Discorso del tutto teorico, perché ciò che conta è poi la
meritocrazia, ovvero i risultati sul campo.
I risultati hanno fatto la differenza, perché chi ha preparato la disposizione
delle squadre lo ha fatto seguendo un criterio e non poteva immaginare in quel
momento uno stravolgimento totale di posizioni in ben 4 gruppi su 6.
Per pura curiosità rivediamo in basso il tabellone reale (fonte Wikipedia)
Lamentarsi ed avanzare sospetti diventa puro chiacchiericcio. In
questi giorni troppe volte ho risentito la frase di Giulio Andreotti “a pensar
male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”, tanto da far percepire il
tabellone quasi come una macchinazione.
FORMULE ALTERNATIVE
E’ però lampante che anche un tabellone che avesse rispettato
perfettamente la posizione in classifica delle 16 squadre non avrebbe reso
abbastanza giustizia a chi meglio si è comportato nei gruppi di qualificazione.
Perché la debolezza della formula di Mondiali ed Europei di calcio risiede
proprio nell’azzeramento di tutti i risultati precedenti. Le prime nei gironi
non hanno alcun vantaggio, tanto da stuzzicare spesso calcoli poco etici di
convenienza nell’ultima partita.
L’esempio di altri sport ci potrebbe venire in soccorso, anche se un
torneo di calcio è molto più faticoso di uno di basket o volley, e quindi il
numero di partite deve essere giocoforza limitato. Quindi nel calcio è molto
difficile raggruppare le squadre in nuovi gironi di semifinale in cui si
conservano parzialmente i risultati ottenuti nella prima fase.
STILE MONDIALI DI PALLANUOTO
La pallanuoto ci da però un primo aiuto: nei tornei mondiali la prima
in classifica di ogni girone passa direttamente ai quarti, mentre le seconde e
le terze si sfidano in un playoff incrociato per accedere a loro volta ai quarti.
Nel caso degli Europei di calcio a 24 squadre si potrebbe procedere
come segue:
- In ogni girone si qualificano le prime due
- Le sei squadre classificatesi al primo posto in ogni girone si metterebbero a confronto.
- Le quattro migliori prime salterebbero gli ottavi di finale, mentre le restanti due insieme alle sei seconde comporrebbero il tabellone del play-off/ottavi di finale, lasciando alle due prime classificate il vantaggio di giocare contro le due peggiori seconde.
- Le quattro vincenti sfiderebbero poi le 4 prime qualificatesi direttamente, costruendo poi un tabellone dai quarti di finale in poi basato sui risultati ottenuti nella prima fase.
I vantaggi sarebbero l’assenza di ripescaggi, la maggiore meritocrazia
nella composizione del tabellone, visto che le squadre lotterebbero maggiormente
per ottenere il primo posto nel girone con il maggior numero di punti
possibile, dato che la differenza può valere un turno in meno da giocare.
Il grande svantaggio sarebbe il minor numero di partite (quattro), fattore verso
il quale c’è una grandissima sensibilità di organizzatori e televisioni.
STILE PLAY-OFF CAMPIONATO ITALIANO DI SERIE B
In tutte le manifestazioni (mondiali ed europei) un minimo di
meritocrazia potrebbe però essere applicata anche nel modo seguente, molto più diretto
e fattibile del precedente.
Ispirandosi al regolamento dei playoff della Serie B italiana, si
potrebbe abolire la discriminante dei rigori alla fine dei supplementari,
almeno negli ottavi di finale. Ovvero, se alla fine dei tempi supplementari
dovesse persistere il pareggio, la squadra meglio classificata nella prima fase
passerebbe al turno successivo.
Mentre negli scontri prime vs. terze, e prime vs. seconde la differenza
di classifica è palese, nelle due sfide tra seconde (due in totale) varrebbero
numero di punti e differenza reti come parametri per stabilire la squadra
meglio classificata.
I vantaggi sarebbero una maggiore importanza alla fase eliminatoria,
che durante la fase a gironi eviterebbe alle squadre già qualificate di snobbare la terza partita che
potrebbe valere il primo posto nel girone, poi negli ottavi di finale ad eliminazione diretta le squadre peggio classificate
non avrebbero più nessun interesse a tirare avanti difendendosi solo per arrivare ai rigori.
Lo svantaggio sarebbe invece quello di annullare (solo negli ottavi
però) lo spettacolo nello spettacolo dei calci di rigore, fase della partita ad
alto tasso di emotività, e che siamo ormai abituati a vedere.
Tutto ciò che può migliorare lo spettacolo non deve mai penalizzare la meritocrazia. E purtroppo le grandi manifestazioni calcistiche hanno spesso permesso a squadre che hanno giocato malissimo la prima fase di arrivare molto avanti nel torneo.
I casi dei mondiali del 1986 (il Belgio, migliore squadra tra le terze classificate, arrivò in semifinale), 1990 (l'Argentina, migliore terza, giunse poi in finale, vincendo tra l’altro due gare ai rigori), e 1994 (l'Italia, peggiore tra le terze ripescate, fu poi finalista) non devono essere dimenticati e restare come esempio di una formula non abbastanza equa.
Qualcuno controbatterà che questo è il bello del calcio.
Ma io non ne più sono così sicuro…
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