Come spesso capita quando di mezzo c’è Napoli, è partita puntuale la corsa al sospetto che dietro la decisione della ASL Napoli 1 Centro ci sia stata la SSC Napoli e il suo presidente Aurelio De Laurentiis.
Ora questi sostenitori, sui social media, sui blog e nelle redazioni di giornali e TV, pretendono la vittoria a tavolino della Juventus sul Napoli.
E stavolta io sono d’accordo con loro.
Ben venga l’imposizione della Lega Calcio a lasciare invariato il programma.
Ben venga l’ingresso in campo della Juventus alle 20:45.
Ben venga il 3-0 a tavolino a favore dei bianconeri.
Anzi, il presidente del Napoli De Laurentiis, con la squadra titolare bloccata a Napoli dalla decisione dell’ASL, avrebbe dovuto mandare a Torino la squadra Primavera che, a quanto pare, non aveva l’obbligo di isolamento fiduciario. Così avrebbe evitato la possibile sconfitta a tavolino e fatto contenti tutti quei tifosi italiani che sono certi che dietro la decisione dell’ASL ci sia il Napoli.
In questo modo la squadra bianconera sarebbe stata certa di ottenere i tre punti sul campo, anziché tramite il giudice sportivo.
Situazione molto cara alla storia di quel club, basti ricordare il 10 giugno 1961.
Eppure c’è un mondo che la pensa diversamente. Ad esempio, “Il Napolista”, attraverso il suo direttore, predica da giorni nel deserto. Ma se qualcuno dubita della buona fede della testata, ritenendola troppo schierata, vada a dare un’occhiata alle cosiddette “voci autorevoli”. In un mondo giornalistico sempre più fazioso, persino “La Repubblica”, attraverso gli articoli di Fabrizio Bocca, noto giornalista sportivo e amministratore di uno dei migliori siti sportivi in Italia, è schierata sulle medesime posizioni di Massimiliano Gallo, scrivendo chiaramente di “comportamento irresponsabile da parte degli organi del calcio”.
Però se tramite la giustizia sportiva dovesse arrivare il 3-0 per i bianconeri (che auspico, per mettere fine all'ipocrisia di un regolamento assurdo), il mondo del calcio smetta di chiedersi perché la Juventus è così poco amata da tanti italiani.
Roberto Liberale
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